Buoni Pasto e Smart Working: c'è Esenzione
In tema di buoni pasto, il lavoro agile non cambia le regole: l’esenzione fiscale resta confermata anche per i dipendenti in smart working.
A ribadirlo è stata la Direzione Regionale del Lazio dell’Agenzia delle Entrate, in risposta ad un ente bilaterale confederale che, durante il periodo di smart working, ha continuato ad erogare i buoni pasto ai propri dipendenti.
Il regime fiscale agevolato si applica senza tener conto della modalità di lavoro, considerando che non sono previste limitazioni normative relativamente all’erogazione da parte del datore di lavoro.
Il tema è particolarmente sentito, soprattutto alla luce dell’ampia diffusione dello smart working nel corso dell’ultimo anno in ragione della pandemia.
Per quanto riguarda il regime fiscale previsto per i buoni pasto, l’Agenzia delle Entrate ha evidenziato quanto disposto dal dm 122/2017, che stabilisce come questi possano essere riconosciuti ai lavoratori a tempo pieno o parziale anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pranzo.
Come sottolineato nella risposta all’interpello, si tratta di una previsione che tiene conto della circostanza che la realtà lavorativa è sempre più caratterizzata da forme di lavoro flessibili.
La normativa fiscale non prevede una definizione delle prestazioni sostitutive di mensa aziendale, ma il TUIR definisce esclusivamente la non concorrenza al reddito entro il limite di 4 euro, che sale a 8 euro per i buoni pasti elettronici.
Ugualmente, non è prevista una limitazione all’erogazione dei buoni da parte del datore di lavoro.
Per tutte queste ragioni viene confermata la non imponibilità dei buoni pasto per i dipendenti in smart working, indipendentemente dall’articolazione dell’orario di lavoro e dalla modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.
Milano, 10/02/2021
Cogede
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