Datori di lavoro e decreto dignitÃ
Il Decreto dignità come abbiamo scritto nel nostro precedente articolo sta apportando delle sostanziali modifiche in relazione ai contratti a tempo determinato in ottica restituire al lavoratore il diritto al lavoro stabile.
Per non dimenticare cosa prevede l'Art 4 della nostra Costituzione:
Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
La Repubblica deve promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro; dal momento che la concezione comune del lavoro è basata sulla continuità dello stesso è da ritenere che il tentativo di scoraggiare gradualmente le forme contrattuali non continuative rientri nel rispetto dei principi Costituzionali (che sempre meno vengon considerati) agevolare l'impresa nel liberarsi facilmente di un buon lavoratore invece promuove solo l'ottimizzazione dei costi aziendali e non il diritto al lavoro stesso.
Il nuovo tempo determinato
La disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato non sarà chiaramente retroattiva ma sarà valida per i nuovi contratti e per i nuovi rinnovi di contratti già in corso.
La durata massima dei contratti a tempo determinato non potrà essere in nessun caso superiore ai 24 mesi (anzichè in 36) e per massimo 4 volte (anzichè 5) in ogni caso oltre il 12esimo mese servirà una causale valida indipendente dalla normale gestione ordinaria come: incrementi temporali o sostituzioni di lavoratori.
Il superamento dei 24 mesi o dei 4 rinnovi comporta la trasformazione del contratto da determinato a indeterminato; è importante fornire al lavoratore entro 5 giorni dall'inzio un atto scritto con la specifica del termine del contratto di lavoro a tempo determinato inoltre in caso di problematiche il lavoratore avrà 180 giorni (anzichè 120) per impugnare il contratto, finito tale termine la tutela decade.
Incrementi costi
Nell'ottica di sfavorire e non permettere l'abuso della tipologia di contratto a tempo determinato sono stati anche incrementati gli indennizzi per licenziamento senza giusta causa: da 6 a 36 mensilità (anzichè da 4 a 24).
Anche i contributi addizionali subiranno un aumento progressivo ad aumentare dello 0,5% ad ogni rinnovo:
- primo contratto 1,4%
- secondo contratto 1,9%
- terzo contratto 2,4%
- quarto contratto 2,9%
- quinto contratto trasformazione in tempo indeterminato
Pareri contrastanti sui risvolti che il decreto avrà sull'occupazione, per le opposizioni creerà disoccupazione e aumento dei costi per le aziende ma la verità è che solo il tempo potrà dare le risposte; quel che è certo e di cui si parla poco è che il Decreto è stato creato per restituire una parte di dignità ai lavoratori, che per 36 mesi venivano tenuti nell'incertezza per poi essere lasciati a casa pur svolgendo in maniera esemplare il proprio lavoro poichè la legge ha voluto agevolare questa forma contrattuale, togliendo al lavoratore il diritto di costruire il proprio futuro su un periodo indeterminato anzichè su 36 mesi di incertezze.
Cogede Consulting vi informa sui vostri diritti
Milano, 18/07/2018
Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia