Divieto di circolazione o obbligo consumismo
Invece che investire in energie rinnovabili, trasporti pubblici efficienti e verde pubblico l'Europa preferisce indirettamente obbligare i suoi cittadini ad acquistare una nuova auto per sconfiggere il problema dell'inquinamento.
Il peso di obblighi e doveri che sfalda sempre più, invece che unire, i rapporti fra i vari stati membri porterà al collasso dell’Unione Europea?
Quello che è certo è che per l'Unione Europea ulteriori obblighi e doveri vanno aggiunti per abbattere l'inquinamento attraverso la fomentazione del consumismo; Consumismo che questi anni di crisi, attraverso la consapevolezza che lo spreco non è cosa buona e giusta, è andato calando.
Euro 0,1 ,2, 3, 4 senza Fap, 4 con Fap, 5, 6, 6bis, 8, 18.
Da qui nascono indirettamente i vari ecopass A, B e C, le disposizioni che impediscono ai mezzi euro 0,1,2 di circolare tutto l'anno, fino ad arrivare al recente divieto per i diesel euro 3 da ottobre a marzo nelle città con più di 30.000 abitanti, e si parla già di divieto circolazione euro 4 tutto nell'ottica di dire completamente addio al Diesel già dal 2020.
Ora il problema dei motori Diesel è che possono continuare a funzionare anche dopo 500.000 km, i motori a benzina possono arrivare a 300.000 km, secondo l'unione europea è meglio optare per una costosissima auto elettrica che al massimo arriva a 200.000 km poiché a quel punto le batterie elettriche sono da sostituire in toto, peraltro il processo di smaltimento di queste batterie risulta essere uno dei più inquinanti e costosi. È facile ipotizzare come il problema dello smaltimento e inquinamento di queste batterie rappresenterà ben presto, un problema più preoccupante di quello rappresentato dalla plastica.
Insomma cambiare macchina più frequentemente deve in qualche modo diventare un obbligo, più volte si cambia macchina, più finanziamenti si chiedono, più auto si producono, più batterie esauste diventano spazzatura e meno si inquina?
Sinceramente in molti stanno iniziando a farsi quattro domande.
Gli stati virtuosi dell'ecologia esistono da cui prendere esempio: in questi posti non c'è la corsa all'acquisto dell'ultimo euro 6 (che poi lo è solo nella fantasia, vedi diesel gate), ma al contrario c'è un investimento in mezzi di trasporto pubblici efficienti e infrastrutture atte a consentire il movimento senza inquinare e infine tanto tanto verde pubblico;
Oslo
Non a caso Oslo che rappresenta l'emblema delle città ecosostenibili, ha deciso di dire stop anche alle auto elettriche, basta auto.
Oslo acquista la spazzatura (ne produce troppo poca) dagli stati europei per produrre energia elettrica, attraverso termovalorizzatori efficienti sia sul piano della produzione di inquinamento sia su quello della conversione energetica
Il 90% delle energie rinnovabili in Norvegia proviene da fonti rinnovabili.
Cogede Consulting
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Milano, 09/10/2018