Focus: Tassa di Successione

Sempre con maggiore insistenza si sente parlare di un possibile aumento della tassa di successione.
La proposta è stata subito stoppata dal governo, ma è da tempo che si discute sulla possibilità di inasprire l’imposta sui beni ereditati.

L'imposta di successione si applica ai beni immobili e ai diritti reali immobiliari ricevuti in eredità, dopo aver presentato la dichiarazione di successione. Le franchigie ed il sistema ad aliquote differenziato in base al soggetto beneficiario dell'eredità influenzano il calcolo della tassa dovuta.

Vediamo quindi cos'è e come funziona la tassa di successione, soffermandoci poi sui vantaggi e sugli svantaggi di un suo possibile aumento.

Cos'è e come funziona

La tassa di successione è stata emanata nel 1862, subito dopo la proclamazione del Regno d'Italia.
L'imposta sulle successioni e sulle donazioni così come la conosciamo oggi è stata introdotta dal dpr 63771972, poi sostituito dal Testo Unico approvato con il dlgs 346/1990.

Abrogata da Berlusconi e successivamente reintrodotta da Prodi, ora la tassa sulle successioni si basa su un complesso sistema di aliquote e franchigie.
L'imposta colpisce i trasferimenti di beni e diritti per successione a causa di morte.

Quando e quanto si paga: le aliquote e le franchigie

Per capire come funziona e quando si paga, occorre tenere presenti le aliquote dell'imposta sulle successioni e donazioni, applicata nel rispetto di determinate franchigie, cioè delle soglie al di sotto delle quali non si paga nulla.

È il dl 262/ 2006 a spiegare nel dettaglio quando e quanto si paga.

L’imposta sull’eredità è calcolata secondo le seguenti aliquote:

  • del 4% per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, i 100mila euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicare alcuna franchigia;
  • dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicare alcuna franchigia.

Oltre alle franchigie di 100mila e di 1 milione di euro, vi è una ulteriore franchigia, pari ad 1,5 milioni di euro, per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap.

Il sistema attuale implica che non sempre si paga l'imposta sull'eredità ricevuta, in particolare in caso di trasferimenti tra coniuge, figli, fratelli o sorelle.

Di seguito un breve schema riepilogativo

Aliquota Limite Grado di parentela
4% sull'importo eccedente la franchigia di 1.000.000 di euro per coniuge, figli e altri parenti in linea retta
6% sull'importo eccedente la franchigia di 100.000 euro per fratelli e sorelle
6% senza franchigia per altri parenti fino al IV grado
8% senza franchigia per soggetti estranei
4%, 6% o 8% sull'importo eccedente la franchigia di 1.500.000 di euro per portatori di handicap; la percentuale varia in base al grado di parentela

 

 

Milano, 08/06/2021

Cogede
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