GDPR e Vacanze
La GDPR, ossia il Regolamento generale sulla protezione dei dati ha avuto il suo caotico avvio il 25 maggio 2018 suscitando grande confusione e smarrimento fra i tanti professionisti italiani.
Dopo quasi un anno dalla sua entrata in vigore, ci ritroviamo nuovamente a parlarne, le condizioni sul trattamento dei dati personali, di alcune piattaforme web che operano nel settore turismo e viaggi, lasciano trapelare un impiego non proprio trasparente ed etico degli stessi dati.
Il caso Booking
Booking.com a fine Gennaio ha cambiato le linee guida sulla Privacy in Europa,
Come è naturale che sia, essendo Booking una piattaforma di intermediazione per la prenotazione di viaggi e soggiorni, gestisce numerosi dati personali, che vanno dalle informazioni anagrafiche dettagliate al numero di carta di credito degli utenti, e li condivide con le varie strutture senza richiedere all'utente un consenso esplicito ogni volta; La piattaforma oltre alla condivisione dei dati con i fornitori esterni e social network secondo le proprie linee guida sulla privacy è libera di condividerle con aziende facenti parte di Booking holdings, ovvero altri cinque portali del settore. Priceline, Agoda, Rentalcars, Opentable e Kayak avranno così accesso a tutti i dati automaticamente, creando una pericolosa frammentazione dei dati, che andrà sicuramente a incrementare il rischio di diffusione impropria di dati sensibili.
Le sanzioni
Si ricorda che la GDPR può portare a sanzioni salatissime. L’importo delle sanzioni amministrative pecuniarie può salire da 10 fino a 20 milioni di euro, o alternativamente, da il 2% sino al 4% del fatturato mondiale dell’impresa a seconda del tipo di violazione.
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Milano, 27/02/2019