INPS per Artigiani e Commercianti:Chiarimenti
In assenza di specificazioni all’interno del decreto “Ristori bis”, la proroga della data ultima per versare la terza rata dei contributi fissi INPS non vale per artigiani e commercianti.
Nessuna proroga per artigiani e commercianti: la scadenza dei contributi fissi INPS rimane quella ordinaria del 16 novembre 2020.
L’ultimo provvedimento del governo, al momento di individuare i beneficiari della proroga dei contributi dovuti a novembre 2020, fa riferimento esclusivamente ai datori di lavoro, sottintendendo che il rinvio a marzo 2021 riguardi i soli versamenti contributivi dovuti in favore dei lavoratori.
In assenza di un richiamo esplicito e specifico alla scadenza dei contributi INPS dovuti da artigiani e commercianti, questi ultimi rimangono vincolati a pagare la terza rata dei contributi fissi calcolati sul reddito minimo entro la scadenza ordinaria del 16 novembre 2020.
Con l’emanazione dei decreti “Ristori I” e “Ristori bis” è emersa una situazione di incertezza relativa alla scadenza della terza rata dei contributi fissi.
L’articolo 13 del “Ristori I” aveva previsto la sospensione dei versamenti contributivi di novembre 2020 per le partite IVA che esercitano le attività incluse nell’elenco dei codici ATECO allegato, ma solo in favore dei sostituti d’imposta ed in relazione ai versamenti dovuti in favore dei lavoratori dipendenti.
Coordinando la disposizione con quanto previsto dal successivo “Ristori bis” all’articolo 11, la proroga si applica su tutto il territorio nazionale, portando il termine di ripresa dei versamenti al 31 marzo 2021 e ampliando la platea dei beneficiari della sospensione, ma senza citare espressamente artigiani e commercianti fra i destinatari del rinvio.
Guardando alla relazione tecnica accompagnatoria del “Ristori bis”, la stima degli importi sospesi è stata effettuata estraendo i dati relativi agli UNIEMENS di ottobre 2020 per la quota di contributi a carico dei datori di lavoro.
La formulazione della norma appare chiara, ma i dubbi interpretativi restano: si attendono quindi chiarimenti urgenti da parte dell’INPS.
Milano, 12/11/2020
Cogede
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