I risparmi degli italiani
L'approccio degli italiani al risparmio è mutato negli ultimi anni, complice la crisi e la difficoltà nel programmare le proprie spese. Ad oggi ci sono 1.371 miliardi parcheggiati sui conti correnti: chi ha poco risparmia e chi ha molto non investe.
Le paure che portano gli italiani al risparmio
In un periodo storico dove i contratti possono essere cambiati unilateralmente da chi li ha proposti, i tassi variabili possono subire variazioni rilevanti, la pressione fiscale aumenta di giorno in giorno e lo spread viene usato come arma mediatica di terrore psicologico, agli italiani non rimane che accumulare più risparmi possibili, nella speranza di non vedersi tassare anche quelli; questo scenario non è lontano dalla realtà poiché la minaccia di una tassa patrimoniale viene periodicamente riproposta dai mass media.
Da studi statistici è emerso che per il 53% degli italiani muniti di conto corrente è la recessione la paura principale che spinge al risparmio, per il 40% è la possibile perdita del lavoro mentre il 7% teme in un aumento delle tasse.
In un mondo dove il consumismo dapprima ha raggiunto l'apice per poi scontrarsi con la paura degli italiani di non arrivare a fine mese, non c'è da stupirsi se la propensione al risparmio stia avendo la meglio sulla propensione agli investimenti; basta pensare che da una ricerca Ipsos-Acri di ottobre 2018, solo il 78% degli italiani (- 2% rispetto al 2017) ha la liquidità per far fronte ad una spesa imprevista di soli 1,000 euro.
Conti corrente e conti deposito sempre meno interessanti
Su 4.287 miliardi di ricchezza finanziaria posseduta dalle famiglie italiane, circa 1.371 miliardi sono parcheggiati sui conti correnti.
Nel complesso questi 1.371 miliardi difficilmente fruttano interessi, mentre molto spesso rappresentano un costo costituito da bolli statali piuttosto che da costi di gestione del conto corrente stesso. Non va molto meglio con i conti di deposito vincolati, dove circa 500 miliardi di risparmi sono allocati, che con un interesse medio annuo dello 0,5% annuo, a fronte di un'inflazione che galoppa allo 0,9 % annuo, consente al risparmiatore solo una falsa illusione di guadagno.
La paura che spinge i risparmi all'estero
Sono 9 i miliardi di euro risparmiati che nel 2018 si sono riversati da conti italiani a conti esteri per paura di un eventuale ritorno della lira o di una futura tassazione patrimoniale. Sebbene l'escamotage potrebbe funzionare nel caso di ritorno al vecchio conio difficilmente potrebbe evitare un'eventuale tassazione patrimoniale, poiché i conti esteri anche se regolarmente dichiarati, parteciperebbero comunque alla costituzione del patrimonio finale da tassare, non consentendo nessun effettivo vantaggio economico.
La diffusione dei conti online esteri e la facilità di spostamento dei risparmi fuori dai nostri confini contribuiscono ad un triste allontanamento dei capitali dall'Italia, riducendo così le risorse che potrebbero essere impiegate e investite sul suolo italiano e che invece rimangono immobili in tasche internazionali.
Cogede Consulting
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Milano, 20/02/2019