Il flop del redditometro

Non è la prima volta che il Fisco cerca di mettere in campo uno strumento atto ad analizzare in modo inefficace qualsiasi consumo per catalogarlo in modelli di confronto spesso inconcludenti, alla ricerca esasperata dell'evasore di turno.

Il problema è che questo metodo, che prende il nome di redditometro, forse ha creato più sprechi che guadagni, perchè diciamoci la verità: l'idea di assegnare correttamente il possesso di determinati beni, a dei coefficienti indicanti la capacità contributiva di un individuo è pura fantascienza in Italia. Non è stato fantascienza il terrore psicologico esercitato al momento della promozione di tale strumento, che avrebbe dovuto stanare qualsiasi evasore e non evasore, riconosciuto attraverso l'acquisto di una macchina di troppo, o troppo potente per i canoni del redditometro; ma le previsioni si son rilevate essere troppo ottimiste: dopo che i motori del redditometro si sono accesi, sono stati analizzati nel 2016 meno di 3000 casi per un totale evaso di 2 milioni di euro, perciò a questo punto ci si chiede quanto sia costata la creazione dello strumento, e le posizioni lavorative annesse, nella speranza che tale strumento non debba morire nel dimenticatoio, senza risultati rilevanti, con costi elevati e non trasparenti e con tecniche di promozione atte solo a spaventare il cittadino medio e null'altro.

Milano, 11/07/2017
Team Cogede Consulting
Il commercialista di Milano e di Pavia