Investire nel mattone oggi
Gli italiani e l’investimento nel mattone
L’investimento immobiliare è sempre stato il preferito dagli italiani, poco propensi ad avventurarsi nel campo finanziario. Una scelta che definire premiante sembra riduttivo, visto che l’Italia si colloca al secondo posto nella graduatoria OSCE delle nazioni più patrimonializzate, dietro solo all’Australia (un paese di dimensioni continentali con circa il 40 per cento degli abitanti rispetto al Belpaese). Gli italiani infatti, con una ricchezza media che si aggira intorno ai 135 mila euro pro capite, staccano nettamente francesi, tedeschi e britannici. Su questo dato lusinghiero, oltre alla propensione storica al risparmio, incide il fato che circa 4 italiani su possano vantare una abitazione di proprietà. Non è un caso che la ricchezza immobiliare costituisca la quasi totalità di questo tesoretto patrimoniale per molte fasce della popolazione.
Il settore immobiliare dalla crisi alla ripresa
Tuttavia, in concomitanza con l’avvento della crisi economica, il settore immobiliare ha subito una flessione esponenziale, che ha trascinato con sé tutto il business dell’edilizia. Andiamo ad analizzare le principali cause di questo tracollo:
- Generale diminuzione della liquidità in quasi tutte le fasce reddituali e patrimoniali della popolazione, ad esclusione delle fasce alta ed altissima
- Crisi del mercato dei fitti
- Esplosione della bolla immobiliare che aveva visto nel giro di due lustri aumenti irreali delle valutazioni di alcune proprietà
- Calo vistoso dell’erogazione di mutui
- Tassazione elevata con imposte di natura "reddituale", in cui viene tassato il reddito prodotto dalla proprietà o dal possesso del bene (IRPEF, IRES) e di natura "patrimoniale", il cui presupposto è la proprietà o il possesso del bene (IMU).
In particolare, sottolineiamo come la combinazione di una sostenuta pressione fiscale e la difficoltà di mettere a rendita un immobile abbiano costituito e costituiscano un handicap in particolare per i proprietari di seconda e terza e abitazione, che in molti casi preferiscono vendere (anche a un prezzo ribassato) pur di evitare aggravi per il bilancio familiare.
Il 2016 ha visto finalmente il trend invertirsi, e tutto il comparto immobiliare ha goduto di una ripresa sostenuta. Seppure chi desideri investire nel mattone possa giovarsi di prezzi relativamente abbordabili in alcune città ed aree del Paese, la profittabilità e la convenienza dell’investimento dipendono imprescindibilmente da alcuni classici elementi
- Risparmio sul valore reale dell’immobile in fase di compravendita
- Posizionamento geografico
- Condizioni dell’immobile e costi di ristrutturazione
- Facilità di locazione
Il settore immobiliare, spesso specchio della situazione economica nazionale, non manca di sottolineare un divario netto tra il Meridione ed il Nord Italia, sia in termini di scambi che di valore immobiliare. Dati e proiezioni sembrano concordi nell’evidenziare che questa sproporzione sia destinata a crescere negli anni a venire.
Prospettive di crescita
Il report 2017 dell’Agenzia delle Entrate è sicuramente una fonte autorevole per confrontarsi con un po’ di numeri. Effettivamente gli acquisti di abitazioni nel 2017 vedono un incremento del 18,9% in confronto al 2016. Leggermente inferiore il valore di scambio, che si attesta ad un comunque ragguardevole più 17,6 per cento. Divario Nord Sud discreto ma non immenso; le regioni più dinamiche in ogni caso sono Valle d’Aosta, Veneto, Liguria ed Emilia Romagna. Non cambia il trend dimensionale, con gli italiani che continuano a preferire abitazione residenziali medio-piccole.
Anche le compravendite per le nude proprietà hanno visto un rialzo oltremodo significativo, con un più 11,7 per cento rispetto all’annata precedente. In questo caso, seppure i dati del meridione siano apprezzabili, lo stacco del Sud dal Nord del paese è incolmabile, in particolare col Nord Ovest che registra un più 31,7 per cento da record.
L’andamento in ripresa è ulteriormente confermato dai numeri dei mutui, in netto rialzo in tutte le aree del paese, anche grazie a un costo del denaro ai minimi storici. A tal proposito, bisognerà valutare quanto un possibile rialzo dei tassi di interesse, già attuato in Canada, paventato dalla FED, possa incidere sul mercato residenziale nel prossimo futuro.
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