Italia al top fra i paesi più ignoranti
Ebbene sì l'ennesimo primato Italiano, da una ricerca l'Italia risulta essere fra i paesi più ignoranti in Europa.
L’ignoranza è un po’ come l’alcool: più se ne ha, meno si percepisce l’effetto scrisse Jay M. Bylsma se uniamo questa affermazione ad un'altra grande verità, cioè che l’ignoranza è la peggiore delle povertà, il risultato è che l'Italia è destinata alla peggiore delle povertà senza nemmeno rendersene conto.
Insomma le prospettive future sono molto più preoccupanti del dato in sé poiché continuare su questa strada ci porterà a rimanere indietro su ogni piano.
Basti pensare che stati come la Finlandia, Danimarca, Svezia, Belgio investono circa l'80% in più del proprio Pil (rispetto l'Italia) in formazione; se la media europea è pari a un investimento del 4,9 % del proprio Pil, l'Italia investe solo il 4%, peggio solo la Romania e l'Irlanda.
Senza parlare del problema della disoccupazione e dei centri per l'impiego che in quanto tali dovrebbero partecipare attivamente a processi di reinserimento nel mondo del lavoro, ma la loro funzione al momento appena dopo la richiesta di disoccupazione è meramente burocratica, basterà chiedere a loro stessi quale sia la percentuale di reinserimento nel mercato del lavoro o della formazione per loro merito e la risposta sarà un silenzio assordante.
I laureati over 25 in Italia sono il 26% rispetto alla media europea che risulta essere del 39%, il che poteva essere sensato quando l'artigianato il made in Italy ci rendevano grandi e conosciuti in tutto il mondo, ma ora che il nostro saper fare è stato abbandonato per far spazio a catene di montaggio sempre più automatizzate, il destino di tanta forza lavoro sarà di esser sostituito da macchinari o peggio da delocalizzazione delle catene produttive, lasciando così a casa migliaia di persone che sanno svolgere attività non più utili per essere ricollocati, persone comunque "troppo giovani" per avere una pensione, "troppo vecchi" per lottare per la propria dignità.
Ancora una volta si ricordi che ciò che ha reso grande l’Italia nel passato è frutto di cultura, saper fare e conoscenza e oggi i dati dimostrano come stiamo andando nel verso opposto, le massime espressioni dell'ignoranza sono gli atti terroristici, le guerre per la ragione degli ignoranti, la svalutazione del valore della vita e le conseguenze sono la sottomissione e l'accrescimento della povertà o meglio l'accrescimento del divario sociale fra ricchi e poveri, poiché chi ignora non si renderà conto di ciò che gli sta succedendo. Facciamo scappare le nostre migliori risorse all'estero e importiamo risorse ancor meno istruite della media italiana disposte giustamente a svolgere qualsiasi mansione alla metà del costo medio italiano, svalutando ulteriormente il valore del lavoro generale e quindi il valore della vita nel nostro paese. Fortunatamente importiamo anche risorse laureate, ben formate, cresciute in paesi che danno valore alla formazione ma che non sono in grado di garantire un'adeguata retribuzione ai propri laureati, costringendoli a cercare fortuna in Italia;
Purtroppo se questo meccanismo perverso non cambierà il futuro dell'Italia è destinato al regresso, non importa se l'occupazione cresce giorno dopo giorno se le retribuzioni non si adeguano all'aumento del costo della vita sarà sempre più difficile arrivare a fine mese.
Milano, 10/04/2018
Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia