La cedolare secca 2019
La cedolare secca sugli affitti consente di applicare ai redditi da locazione di immobili abitativi un’imposta sostitutiva in alternativa facoltativa alla tassazione tradizionale dei redditi basata su aliquote e scaglioni
Nei contratti con cedolare secca non andranno pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.
Chi può optare per la cedolare secca?
Possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto), che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.
Novità 2019
La principale novità del 2019 introdotta dalla Legge di Bilancio è la possibilità di stipulare un contratto a cedolare secca del 21 per cento anche nel caso di affitti commerciali e non più solo agli immobili ad uso abitativo.
Ovvero per contratti relativi ad immobili ad uso commerciale categoria catastale C/1(negozi e botteghe), stipulati dall’1.1.2019 al 31.12.2019 di superficie fino a 600 mq, escluse le pertinenze.
Aliquote 21 o del 10 per cento per gli affitti stipulati nel 2019
Con la cedolare secca si può beneficiare di tassazione agevolata con due aliquote, ovvero:
- cedolare secca 10% per contratti a canone concordato in Comuni con mancanza di soluzioni abitative o densamente popolati, per contratti d’affitto a studenti universitari e nei Comuni in cui vi sono state calamità naturali;
- cedolare secca 21% per contratti d’affitto a canone libero.
Recentemente l’Agenzia delle Entrate ha specificato che la cedolare secca 10% si applica anche agli affitti transitori disciplinati dalla legge n. 431 del 1998.
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Milano, 13/05/2019