La direttiva Bolkestein
La direttiva dell'Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come direttiva Bolkestein, è una direttiva dell'Unione Europea relativa ai servizi nel mercato europeo comune, presentata dalla Commissione europea nel febbraio 2004, ed approvata ed emanata nel 2006.
Venne così detta da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi, ha curato e sostenuto questa direttiva, che per semplicità viene indicata con il suo nome.
Ecco come funziona e cosa prevede nello specifico la direttiva Bolkestein. Le intenzioni dell’ex commissario olandese sono quelle di semplificare le procedure amministrative e burocratiche per esercitare temporaneamente un’attività all’interno di un Paese Ue e di evitare le discriminazioni basate sulla nazionalità. In pratica: un venditore ambulante spagnolo (francese, rumeno, tedesco che sia) che vuole trasferirsi temporaneamente in Italia deve avere gli stessi diritti di un venditore ambulante italiano che presta i suoi servizi a casa sua. E viceversa.
Come funziona? Creando degli sportelli unici dove, in questo caso gli ambulanti che arrivano dall’estero, possano espletare le formalità necessarie, anche via Internet, eliminando ogni tipo di discriminazione.
Per due volte abbiamo scritto “temporaneamente”. Questo è uno dei nodi cruciali della direttiva Bolkestein. Perché, come previsto dall’ex commissario, la libera circolazione dei servizi riguarda i casi di chi si sposta, appunto, “temporaneamente” da un Paese all’altro per fornire un servizio limitatamente nel tempo. E’ quello che gli ambulanti italiani temono di più: l’arrivo di questi “prestatori di servizi stranieri” durante i periodi in cui si lavora di più con il turismo.
C’è, però, una domanda da farsi: a quale legge risponde chi attraversa le frontiere per prestare i suoi servizi?
La direttiva Bolkestein adotta il principio del Paese di origine, per evitare che chi si sposta diventi matto a studiare le leggi di tutti gli altri Stati membri. Principio abbandonato nella versione definitiva della direttiva, se non per diplomi, regolamenti o autorizzazioni particolari. Ma non per il diritto del lavoro, cioè per tutto ciò che comprende salario minimo, salute, igiene, sicurezza, diritti delle gestanti e puerpere, diritti di bambini e giovani, parità di trattamento tra uomo e donna, ferie retribuite. Si salvano il diritto di sciopero, le condizioni di assunzione e di licenziamento e gli oneri previdenziali. Ci sono anche delle deroghe che riguardano la distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, le qualifiche professionali, i diritti d’autore o le ragioni di ordine pubblico, salute o sicurezza.
La direttiva Bolkestein promuove infine la tutela dei consumatori, l’assicurazione professionale, la risoluzione delle controversie, la collaborazione tra autorità nazionali e la creazione di codici di condotta.