La discriminazione del Bonus mamma

Il bonus da 800 euro (erogato in un'unica soluzione) finora concesso solo ai residenti in Italia e/o con cittadinanza italiana o comunitaria è valido per ogni nascita o adozione di un minore, a partire dal 1° gennaio 2017.

Quando richiederlo:

  • compimento del settimo mese di gravidanza;
  • parto, anche se antecedente all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza;
  • adozione nazionale o internazionale del minore, disposta con sentenza divenuta definitiva ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184;
  • affidamento preadottivo nazionale disposto con ordinanza ai sensi dell’art. 22, c. 6, l. 184/1983 o affidamento preadottivo internazionale ai sensi dell’art. 34, l. 184/1983.

La discriminazione

Le mamme senza permesso di soggiorno a lunga durata non venivano incluse in questa forma di sostemanto, perciò 24 mamme provenienti da paesi del mondo diversi hanno iniziato una class action e hanno vinto.

Ora l'Inps dovrà "cessare la condotta discriminatoria", pagando alle mamme "le somme non corrisposte" comprensive di interessi e inoltre pagare le spese legali pari 3 volte e mezzo il valore del bonus.

Secondo voi è giusto o sbagliato fornire a tutte le mamme un bonus? è giusto o sbagliato indirizzare l'incentivo solo a una parte delle mamme in possesso di determinate condizioni? è presumibile che l'anno a venire il fatto di aver sostenuto costi maggiori a quanto previsto comporti la cancellazione del bonus per tutti? I pochi incentivi devono esser erogati nell'ottica di salvataggio dei propri cittadini o nell'ottica di salvataggio umanitario?

Milano, 04/12/2017

Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia