Le banche a rischio

La crisi statunitense dei mutui sub-prime del 2008 ha divulgato effetti negativi anche oltreoceano, andando ad intaccare l’intero sistema finanziario europeo in quanto strettamente interdipendente con quello Made in USA; ancora oggi si denotano evidenti fragilità nel sistema creditizio comunitario così come in quello nazionale, aspetto più che mai confermato dalle direttive promulgate dalla classe politica italiana, come ad esempio il decreto ‘salvabanche’ applicato per contribuire al sostentamento di quattro istituti bancari nazionali in difficoltà: CariFerrara, Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti. 
 

Lo Stress Test.

L’ultimo stress test subito dalle Banche italiane ed Europee nel 2016 ha portato risultati tendenzialmente poco soddisfacenti: lo stato di salute del sistema creditizio italiano non è particolarmente positivo, dato che nel caso in cui si dovessero verificare nuovamente condizioni finanziarie avverse, le Banche italiane reagirebbero peggio di altri quelle presenti in altre potenze europee quali Spagna, Regno Unito, Francia e Germania. 
Bocciatura secca per MPS, benino Unicredit, Ubi e Banco Popolare vicine al coefficiente minimo di sopravvivenza in caso di nuove crisi.
 

Banche Europee ed Italiane a confronto.

Gli ultimi test compiuti nell’estate 2016, dietro la richiesta forzata della Banca Centrale Europea, ha delineato risultati evidenti in merito ai 51 Istituti di credito valutati in fase di stress artificiale alla quale sono stati sottoposti: MPS è arrivata ultima nella graduatoria e Unicredit nella quartultima posizione, il che lascia presagire evidenti difficolta strutturali nel reagire di fronte ad eventuali condizioni economiche avverse. Bene le Banche tedesche e scandinave (Istituti norvegesi, finlandesi e svesesi).
Ma nel concreto, quali direttive sono state divulgate ed applicate a livello nazionale ed europeo per salvaguardare il sistema bancario?

Come salvaguardare un sistema a rischio: il decreto ‘salvabanche’ e la direttiva del Bail-In.

Il 22 novembre 2014 il decreto è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, in cui gli Istituti bancari sopra citati hanno potuto continuare la propria attività creditizia grazie al contributo di 3,6 miliardi di euro a carico dell’intero sistema bancario, liberando gli stessi Istituti dai crediti in sofferenza; altro punto importante della manovra riguarda la volontà di tutelare dei depositi, le obbligazioni ed i singoli conti corrente, quindi a pagare saranno azionisti ed investitori. L’obiettivo di questa manovra è quello di avere un intero sistema bancario quanto più efficiente possibile, al fine di mantenere una buona credibilità agli occhi di potenziali investitori esteri e nazionali.
La stessa UE ha mostrato nel tempo lo stesso spirito solidaristico, quasi conservatore, verso i sistemi bancari europei, la direttiva del Bail-In – recepita in Italia il primo gennaio 2016 – ne è la conferma: questa nuova normativa prevede una delimitazione di perdite (eventuali) dell’azionista e del correntista, il quale non è tenuto a maturare perdite superiori a quanto avrebbe ottenuto nell’eventualità di una liquidazione amministrativa forzata; inoltre non vi sarà alcun prelievo coatto per i depositi in cui vi è una somma quantificata fino a 100 mila €, le responsabilità dovrà necessariamente ricadere soltanto sui soggetti che hanno mantenuto un rapporto diretto con la Banca, senza veder coinvolto forzatamente lo Stato nazionale con finanziamenti a perdere.