Le giuste cause di licenziamento

Il licenziamento per essere ritenuto valido deve essere motivato. Le cause che possono portare al licenziamento sono varie ma ben detrerminate. Conoscere l'elenco delle cause di licenziamento per giusta causa può risultare sempre utile nella vita, indipendentemente da quale parte del rapporto di lavoro ci si trova.

Licenziamento per giusta causa

Innazitutto è necessario prima comprendere le due prinicipali cause di licenziamento

  1. Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ad esempio, è legato all'andamento dell'azienda: come quando non ci sono soldi a sufficienza per pagare gli stipendi o quando le mansioni a cui sei adibito vengono eliminate, assorbite dai colleghi o sostituite da un processo automatizzato.
  2. Il licenziamento disciplinare è invece legato al comportamento del dipendente, negligenze, mancanza di cura per la propria attività e illeciti sono alcune ragioni che contraddistinguono il licenziamento disciplinare. A seconda della gravità il licenziamento disciplinare si distingue in licenziamento in tronco o anche licenziamento per giusta causa (licenziamento grave senza preavviso) e il licenziamento per giustificato motivo soggettivo (meno grave e con preavviso)

Controlla il contratto collettivo di lavoro

Ogni Ccnl (contratto collettivo di lavoro nazionale) indica le determinate ipotesi che possono consentire al datore di risolvere il rapporto di lavoro. 

Dunque il contratto collettivo è il primo documento dhe bisogna analizzare per trovare l’elenco delle cause che comportano il licenziamento in tronco. 

Se il Ccnl non dice nulla

Una volta osservati i vari Ccnl è possibile generalizzare i motivi di licenziamento a una serie di cause universali di seguito elencate.

Il licenziamento resta contestabile dal dipendente nei successivi 60 giorni e impugnabile con ricorso in tribunale entro 180 giorni. Sarà poi il giudice a dire se il datore ha fatto bene o male.

Ecco alcune delle cause che hanno comportato il licenziamento in tronco:

  • condanne penali collegate a comportamenti particolarmente disdicevoli per l’immagine dell’azienda, anche se non commessi durante il proprio turno;
  • assenza ingiustificata per più giorni senza comunicazioni al datore o senza invio di certificato medico;
  • prolungata assenza alla visita fiscale per il lavoratore in malattia;
  • falsa malattia;
  • utilizzo dei permessi 104 per finalità diverse da quella di prestare assistenza al familiare disabile;
  • svolgimento di lavoro per altra azienda concorrente con il datore di lavoro;
  • atti di insubordinazione contro il capo o contro i superiori gerarchici come violenze fisiche e aggressioni verbali;
  • furto in azienda;
  • utilizzo della cassa senza emissione di scontrini;
  • prelievo non autorizzato dalla cassa del negozio;
  • spaccio di droga durante il rapporto di lavoro;
  • abusi sessuali ai danni di colleghe di lavoro.

Cogede

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Milano, 15/10/2019