Perchè domenica si vota?
Domenica 22 ottobre i cittadini Lombardi sono chiamati alle urne per esprimere il loro voto positivo o negativo sulla possibilità che la Regione intraprenda le iniziative previste dalla Costituzione italiana per ottenere, nel quadro dell’unità nazionale “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse”
Per cosa si vota
Detto in parole povere, essendo la Lombardia una regione "speciale", in quanto presenta caratteristiche rilevanti e oggettive di tipo strutturali, sociali, economici, culturali fra cui a titolo esemplificativo un imponente residuo fiscale e PIL pro capite superiore alla media UE, essa può richiedere di gestire in determinati ambiti di seguito elencati, una parte più consistente dei guadagni regionali (effettuate attraverso le tasse ai propri cittadini) di quella attualmente distribuita; detto in soldoni la regione avrebbe a disposizione almeno 27 miliardi di euro anziché gli attuali 23 miliardi di euro.
I numeri
Seguendo il principio della meritocrazia verrebbero dati più soldi alla regione che meglio li sa investire, senza violare troppo gli equilibri dell'unità di Italia, dal momento che 27 miliardi sono comunque la metà dei 54 miliardi del ricavato delle tasse pagato allo Stato dalla regione.
Ambiti di applicazione autonomia
Sono quelle previste dall’art. 117 della Costituzione. Sono numerose e importanti materie, tra le quali:
- istruzione;
- tutela e sicurezza del lavoro;
- previdenza complementare e integrativa;
- ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
- tutela della salute;
- tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali;
- coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
- protezione civile;
- governo del territorio;
- porti e aeroporti civili;
- rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni.
Il referendum è necessario?
Per correttezza di informazione è necessario ribadire come il referendum è una consultazione democratica realizzata attraverso lo strumento del referendum consultivo regionale, previsto dallo Statuto della Regione ma non sarebbe stato obbligatorio, in quanto “Di fatto si sta chiedendo l’assenso del cittadino a che la Regione eserciti un potere che potrebbe comunque esercitare”, commenta giustamente Angiolini.
Per tali ragioni il referendum viene recepito da molti come strumento di propaganda politica, per poter un giorno sentire l'ennesimo politico che si vanta di aver reso più autonoma la Lombardia, peccato che senza un costoso referendum sarebbe stato comunque possibile come previsto dalla legge e come già successo in passato.
Il referendum per la Lombardia e il Veneto avrà un costo di 64 milioni di euro, in Lombardia si voterà attraverso voto elettronico, 24 mila tablet alla modica cifra di 22 milioni di euro, 960 euro l'uno tutto a spese dei contribuenti.
Curiosi di vedere se il partito che prenderà i meriti dell'autonomia prenderà anche i meriti della colossale spesa (che evidentemente fa dell' economia di scala un principio inesistente) soprattutto se il sistema di voto elettronico presenterà delle falle strutturali.
Milano, 16/10/2017
Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia