Povertà e sprechi
Questo il quadro riassuntivo, in tre parole, delle notizie sull'andamento economico di oggi sulle principali testate giornalistiche. Il vero fattore allarmante è che questi temi non sono frutto di una singola giornata ma di un ormai lungo trend che si ripete incessantemente negli ultimi anni:
La nascita di 5.000 Società Partecipate nei primi 14 anni del 21 esimo secolo, considerando la discutibile qualità e copertura dei servizi pubblici, la dice lunga sulla gestione degli sprechi, se poi pensiamo che alcune di esse hanno spesso ben poco a che fare con servizi atti a migliorare la qualità del servizio pubblico lo spreco diventa ancora più evidente; fino ad arrivare a casi limite come la Valle D'Aosta che presenta una società pubblica ogni 1929 valdostani, certamente i numeri vanno presi con le pinze perché nel conteggio si comprendono anche società partecipate a quote bassissime che non comportano costi onerosi per lo Stato, ma se si è a conoscenza della problematica perché non tentare di risolverla? Forse perché chiudendo alcune società partecipata ci sarebbe un conseguente aumento della disoccupazione delle unità di lavoro impiegate in esse, con conseguente aumento dei costi in ammortizzatori sociali, che graverebbe comunque sullo stato e quindi sui cittadini, perciò piuttosto che affrontare una situazione delicata meglio far finta che non esista; tanto più che gli indicatori di povertà, sono già abbastanza critici anche se presentati con un'ottimista "stabili gli indicatori di povertà nessun importante peggioramento dal 2016", che coincide comunque con quasi 5.000.000 di poveri assoluti in Itala da cui viene il dubbio se il conteggio possa misurare correttamente anche la povertà assoluta delle ondate migratorie degli ultimi anni.
Milano, 13/07/2017
Team Cogede Consulting
Il commercialista di Milano e di Pavia