Presi in giro
Sembrava un successo per il consumatore, le compagnie telefoniche grazie all'AGCOM sono state costrette a tornare alla tariffazione mensile ma con gran stupore e sfacciataggine le compagnie telefoniche tornano si alla tariffazione mensile ma con l'intenzione di aumentare proporzionalmente la tariffa preesistente, aggirando i diritti del consumatore e mantenendo perciò l'aumento del quasi 9%.
Ripassiamo la storia con un esempio pratico
Nel 2017 Telecom investì molto nella promozione della fibra a 100-300 Mb (che poi nella maggior parte dei casi la Fibra non arriva in casa) e molti utenti attirati dalla promozione hanno deciso di compiere il passaggio verso questa offerta a tariffazione mensile, utenti come Luca che hanno compiuto il passaggio a maggio che addirittura già nei mesi appena seguenti si son ritrovati con la sorpresa di un aumento del 8,40% dovuto alla decisione unilaterale di Telecom di introdurre una 13esima mensilità attraverso l'addebito della fatturazione ogni 28 giorni anziché mensile.
L'AGCOM vista la pratica immotivata e diffusa fra tutti gli operatori ha costretto l'autorità garante delle comunicazioni a intervenire. L'autorità garante ha perciò multato per un 1,16 milioni di euro ogni compagnia e ha imposto alle stesse di adeguarsi alla tariffazione mensile.
Le compagnie telefoniche hanno fatto orecchie da mercante fino ad ora ma la prossima applicazione di ulteriori sanzioni le ha costrette a prendere una decisione discutibile:
Si torna alla tariffazione mensile, ma gli abbonati come Luca vedranno ogni mese recapitarsi una fattura mensile del 8,60% più alta di quella pattuita in sede di stipulazione del contratto.
Oltre il danno la beffa
I consumatori potrebbero vedersi negata anche la possibilità di recesso senza penali (che sarebbe contemplata per legge ogniqualvolta ci sia un aumento unilaterale delle condizioni contrattuali) che seppur venisse accettata potrebbe sfociare in un cartello generale, che porterebbe il consumatore a fare i conti con altri operatori che offrono il medesimo aumento rendendo vana ogni via di fuga.
In attesa di nuovi aggiornamenti, il TAR si pronuncerà nuovamente a Febbraio, sta di fatto che con le forti promozioni sul traffico internet mobile potrebbero essere molte le persone che per protestare potrebbero optare per una chiusura della linea fissa e implementare la propria offerta mobile a 30 gb (utilizzandolo il proprio smartphone come Hotspot) permettendo così a tutti i dispositivi di casa di usufruire di una buona connessione internet senza dover passivamente sottostare agli aumenti sulla linea fissa. Certo è che anche in questo scenario, sul lungo termine, le compagnie introdurrebbero costi per il servizio di Hotspot e router e aumenti delle tariffe sul traffico attraverso cambi di contratto unilaterali, perciò l'unica strada veramente percorribile sarà quella di rendere illegali i cambi di contratto unilaterali, visto che un contratto non dovrebbe valere nulla se può essere cambiato a piacimento da una delle parti.