Protesta Hong Kong: Due milioni in marcia
È inutile far finta di niente, qualcosa di grosso sta succedendo a Hong Kong. Due milioni di persone sono scese in piazza. Due milioni di persone sono tante quanti gli abitanti di Milano e Torino messi insieme, tutti in Piazza a protestare. La portata della protesta è gigantesca.
Per cosa si protesta?
Per la controversa legge sull’estradizione in Cina, nonostante sia stata sospesa sine die.
Questa legge avrebbe permesso di estradare in Cina gli oppositori politici. Nella realtà questa legge avrebbe potuto consentire l’estradizione in Cina di qualsiasi persona sospettata di un reato grave. Insomma un ottimo modo per annientare i diritti di persone ritenute scomode.
Milioni di protestanti in marcia per chiedere le dimissioni di Carrie Lam
Cheng Yuet-ngor alias Carrie Lam è l’attuale capo Esecutivo di Hong Kong dal 1 luglio 2017 è colei che vorrebbe approvare la legge che viene contestata dai manifestanti.
Carrie Lam difende le sue buone e sincere intenzioni (a dir suo) vorrebbe solo colmare alcune “lacune normative” che consentirebbero a decine di potenziali criminali di fuggire dal proprio paese e trovare rifugio ad Hong Kong . Lam aggiunge, leggendo un discorso di oltre dieci minuti prima in cantonese e poi in inglese: "Forse non stiamo stati sufficientemente efficaci nella comunicazione, ma ora la priorità è quella di ricostruire la pace e l'ordine e la fiducia verso il governo".
Ma i protestanti non hanno creduto fino in fondo a queste parole. Temono infatti, che sia solo tutto rimandato a quando il clamore mediatico, si sia normalizzato.
Il caso da cui nasce l’emendamento
L’emendamento è stato proposto dopo che l’anno scorso la città non è riuscita a estradare a Taiwan un cittadino 19 enne di Hong Kong accusato di aver ucciso la ragazza durante una vacanza a Taipei, poiché le leggi non lo permettevano. L’estradizione se approvata consentirebbe di essere processati nei paesi vicini.
Accuse molto forti
L’accusa dei protestanti è di uccidere gli abitanti di Hong Kong.
Gli oppositori non credono alle promesse del governo, per la quale nessuno verrà mai estradato per questioni politiche. Le associazioni umanitarie, addirittura temono che la legge in questo modo possa punire i dissidenti. Un clima molto teso, che evidentemente ha ragion d’essere, soprattutto nel momento in cui Han Zheng, un membro del Ufficio Politico del Partito comunista, si è lasciato scappare che potrebbero venire estradati anche coloro che vivono ad Hong Kong e sono sospettati di aver messo in pericolo la sicurezza di Pechino. Queste dichiarazioni lasciano davvero trapelare quale possa essere il vero tentativo politico dell’emendamento.
Milano, 17/06/2019
Cogede
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