Reddito di inclusione per chi?
Nella nostra precedente notizia abbiam visto come il bonus mamma è stato ritenuto discriminatorio nei confronti di chi non è cittadino italiano, attraverso l'esito di una class action, pertanto l'INPS dovrà adeguarsi e fornire il bonus anche a chi non risulta cittadino italiano ma presenta tutti gli altri requisiti descritti.
Il problema è che il reddito di inclusione che sta per avviarsi in questi giorni come sostegno delle classi più deboli presenta lo stesso requisito di cittadinanza italiana, perciò è presupponibile che ci sia l'eventualità un domani che lo stesso debba essere garantito anche a chi non ha la cittadinanza italiana, con conseguenze economiche più che rilevanti.
Possibile che nessuno se ne sia accorto? o forse è meglio che questa decisione non democratica non venga associata a scelte politiche ma bensì all'esito di una sentenza che si ripercuoterà su tutto, Probabilmente è meglio pubblicizzare l'operato politico vantando leggi per la protezione dei cittadini italiani meno abbienti e lasciare che questa si trasformi in qualcosa di meno popolare solo grazie a una sentenza senza colore politico?
Il problema non è se sia giusto o sbagliato estendere bonus e incentivi a chi non ha la cittadinanza italiana, il problema è permettere che questo succeda senza che nessuno si prenda delle responsabilità; per Tv troveremo sicuramente chi si vanterà del bonus mamma e del reddito di inclusione ma chi si prenderà la responsabilità dei risvolti negativi in caso di una spesa insostenibile per le troppe richieste?
Cos'è Il reddito di inclusione?
Per chi non lo sapesse il reddito di inclusione è una forma di sostentamento per chi ha un ISEE sotto i 6.000 euro che dà fra i 187 e i 455 euro al mese per 12 mensilità sotto forma di carta erogabile utilizzabile per fare la spesa e in caso di bisogno il 50% dell'importo erogato mensilmente può essere convertito in contanti. Il reddito di inclusione (REI) non è cumulabile con NASPI o generalmente con altri ammortizzatori sociali. Detto in parole povere è realmente un contributo per aiutare chi fa fatica a arrivare a fine mese, ma d'altra parte è presente il rischio che chi sia stato in queste condizioni da molto tempo, avendo questo sostegno, non troverà più la motivazione per cercare lavoro, posticipando e accumulando un problema che andrà sempre più sulle spalle di chi lavora.
Milano, 04/12/2017
Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia