Risparmiometro, redditometro, spesometro

Mentre i politici fanno campagna elettorale promettendo riduzioni teoriche delle tasse, di reale c'è solo l'ideazione e l'applicazione di nuovi strumenti atti a controllare ed eventualmente sanzionare i contribuenti.

Ma per sentire l'odore di fregatura basta solo analizzare l'evoluzione dei nomi di questi strumenti:

Prima il redditometro, il metro del reddito.

poi viene introdotto lo spesometro, ora ti monitoriamo le tue spese...infine ideiamo il risparmiomentro, perché i tuoi risparmi non debbano essere una tua questione personale ma devono essere giustificati al tassatore, mica vorrai avere dei risparmi non tassati?

Per ora non funziona proprio così, come al solito il nuovo strumento viene promosso con scopi benevoli:

Il risparmiometro 

"un algoritmo che permette di analizzare i dati presenti nell'archivio dei rapporti finanziari e di confrontarli con i redditi dichiarati, in modo che, all'emergere di eventuali "incongruenze", queste saranno considerate sintomatiche di rischio e faranno scattare i controlli fiscali"

Il risparmiometro attraverso il suo magico algoritmo analizzerà conti correnti, deposito titoli e/o obbligazioni, conti a deposito a risparmio libero vincolato, rapporti fiduciari, gestione collettiva del risparmio, gestione patrimoniale, certificati di deposito, buoni fruttiferi, conto terzi individuale e globale, investimenti in metalli preziosi e sicuramente in futuro si cercherà di includere gli investimenti in criptomonete; Se l'analisi osserva comportamenti ritenuti anomali potrà far scattare l'accertamento, il ragionamento di far scattare controlli per chi presenta forti discordanze fra gli introiti dichiarati e quanto riposto negli strumenti finanziari potrebbe anche aver un senso seppur troppo invasivo; Ma il problema è che persino l'eventualità di non spendere i propri risparmi, adottando una politica da parte del contribuente di stenti e privazioni, in cui i pochi guadagni non vengono spesi nemmeno per vivere, potrebbero insospettire il fisco che finirebbe per ipotizzare attività in nero, in quel caso spetterebbe al contribuente l'onere della prova e probabilmente convincere il Fisco che il contribuente stesso voglia adottare una vita priva di consumismo sarà molto difficile.

Scenari futuri ipotizzabili

Il futuro passo, una volta monitorati al dettaglio i risparmi di tutti i contribuenti, sarà quello di aspettare una rinnovata crisi economica non ben definita nelle cause che l'hanno scaturita (come d'altronde l'attuale crisi), e operare prelievi forzosi ben studiati e calibrati, al limite della sostenibilità, non a caso il concetto di prelievo forzoso viene già menzionato come eventualità futura, forte di un precedente che renderà il tutto più idealmente sopportabile.

Alla luce di questo possibile scenario futuro avrà senso parlare di possesso di beni e risparmi ?

Milano, 12/02/2018

Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia