Se non prelevi dal bancomat sei un evasore

Se sei un risparmiatore cronico e credi che i soldi vadano accumulati e non spesi, perciò non prelevi mai dal bancomat, potresti diventare vittima di accertamenti da parte del fisco; se sei uno spendaccione, titolare di azienda, e prelevi più di mille euro al giorno dal bancomat potresti diventare vittima di accertamento da parte del fisco; se non hai soldi da prelevare ma ti piace pubblicare i tuoi selfie su Facebook, con persone che ostentano la loro ricchezza, potresti diventare vittima di accertamenti da parte del fisco.

Questi sono solo alcuni degli indicatori che possono accendere la luce sul contribuente, ricordandovi che l'onere della prova, per dimostrare l'innocenza delle proprie azioni, spetta sempre al contribuente stesso.

Quindi ricapitolando non importa quale sia la tua filosofia di vita, l'importante è che agli occhi del Fisco tu abbia uno schema di comportamentale tipico, dove per tipico si intende il giusto rapporto di guadagni, consumi e prelievi che possano fare dell'erba un fascio; permettendo così agli organismi di controllo una più facile gestione dei contribuenti, dei loro consumi e dei loro risparmi.

La nuova legge sui prelievi di impresa

Quali sono i nuovi limiti di prelievo conto corrente per le imprese? 

La norma inserita nel Decreto Fiscale 193/2016 collegato alla Legge di Bilancio, all’articolo 7 Quater, prevede che le soglie oltre le quali scattano i controlli sono:

  • Prelievi conto corrente superiori a 1.000 euro al giorno;
  • Prelievi conto corrente oltre 5.000 euro al mese.

Chi rientra nei nuovi limiti sul denaro contante prelevato dal conto corrente?

  • Tutte le imprese, imprenditori, commercianti, artigiani, etc.

Chi è escluso dai nuovi limiti sul denaro contante prelevato dal conto corrente?

  • Ad essere esclusi dalle nuove soglie, sono i professionisti, lavoratori dipendenti, cittadini, privati in quanto per loro è in vigore una sentenza della Corte Costituzionale 228/2014 che li esclude dal nuovo regime sui prelievi.

Facebook e accertamenti

 A quanto pare le dichiarazioni fatte “on line” dal contribuente costituiscono, da un punto di vista giuridico, delle vere e proprie «confessioni», la liceità di questo principio sarebbe alquanto discutibile, in quanto gli strumenti social sono per antonomasia strumenti basati sull'apparenza, dove il principio che li ha resi grandi sta proprio nell'apparire meglio di come si è realmente, pertanto utilizzare le foto/dichiarazioni sui social come "confessioni" ricorda a tratti i processi inquisitori nel periodo storico della caccia alle streghe.

Il limite sul non prelievo al bancomat

Se pensate che il limite sui prelievi sia deleterio "il limite sui non prelievi" lo è ancor di più, anche se bisogna ammettere che la logica che sta dietro a questo "limite" ha un senso:

se vivi da solo, guadagni e dichiari 12.000 euro netti all'anno, è matematicamente impossibile che tu possa sopravvivere prelevando 1.000 euro in un anno. Prelevare poco o niente, in assenza di altri redditi, che andrebbero comunque dichiarati, lascia così presupporre la presenza di nero e quindi di evasione fiscale; anche in questo caso, spetta al contribuente, dimostrare la compatibilità dei "non prelievi" con il proprio stile di vita, in sede di accertamento fiscale che diverrebbe lecito.

Cogede Consulting è attenta al risparmio

Milano, 05/06/2018

Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia