Stop evasione: il bollino per affitti brevi
Grazie all’introduzione dell’obbligo per gli annunci on line del “bollino di qualità”, ossia un codice identificativo del proprietario e della struttura, sarà impossibile sfuggire al fisco. A tal proposito, il Governo ha inserito nel Decreto Crescita una banca dati di tutte le strutture ricettive, che verranno comunicati automaticamente all’Agenzia delle entrate, con lo scopo di identificare subito i furbetti che vogliono aggirare il fisco.
Primi interventi
Due anni fa ci furono i primi interventi contro l’evasione fiscale relativi agli affitti brevi. Infatti, nel 2017 fu approvata la possibilità di applicare la cedolare secca del 21% anche sulle locazioni turistiche con durata inferiore ai 30 giorni e venne previsto l’obbligo di applicare la cedolare alla fonte, per i portali che incassano l’affitto e lo girano ai proprietari. Un esempio è il portale Airbnb, che ha impugnato la norma e ha fatto ricorso alla Tar e dopo la sentenza negativa ha annunciato un ricorso al Consiglio di Stato.
Modalità
Con l’istituzione del nuovo bollino, non sarà possibile pubblicare offerte online, per il quale è prevista una sanzione dai 500 ai 5.000 euro a carico del portale.
Il nuovo sistema dovrebbe entrare in funzione entro luglio. Tutte le strutture verranno identificate con un codice, che dovrà essere inserito obbligatoriamente negli annunci, il quale permette di distinguere le caratteristiche e i luoghi degli alloggi. Tutte le informazioni contenute presso la banca dati saranno disponibili sul sito internet del Ministero delle politiche agricole e del turismo.
Non finisce qui: la tassa di soggiorno
A partire da gennaio, inoltre, sarà obbligatorio per i locatori di alloggi di breve periodo registrarsi al portale “Alloggiati Web”, in cui verranno comunicati i dati degli ospiti. Questi dati verranno poi comunicati all’Agenzia delle entrate, per renderli disponibili ai comuni che hanno istituito l’imposta o il contributo di soggiorno.
Milano, 26/06/2019
Cogede
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