Tassa sul denaro nelle cassette di sicurezza
Pare che non ci sia più nessun posto dove poter tenere i risparmi senza che possano venire ulteriormente tassati. Il vicepremier Salvini vorrebbe introdurre una tassa sul denaro fermo nelle cassette di sicurezza per restituire il diritto di utilizzarli. Quasi come se non dovesse essere un diritto la possibilità di utilizzare dei soldi accumulati in questo modo.
Il confine è molto labile, certo il pretesto è far emergere quei 200 miliardi di euro frutto di illeciti e di evasione ma c’è da dire che anche un prudente risparmiatore potrebbe aver accumulato, per ragioni personali, un piccolo tesoretto da utilizzare in caso di emergenza.
Se oggi quel risparmiatore lungimirante dovesse trovarsi senza un lavoro, avrebbe la sua riserva di denaro già precedentemente tassato, ma per spenderlo dovrebbe giustificarne la provenienza, e dal momento che l’onere della prova spetterebbe al risparmiatore non sarebbe così scontato risultare credibile agli occhi del fisco.
Con la proposta del ministro Salvini, si vorrebbe introdurre una tassazione con aliquota fra il 15% e il 20% sui contanti o titoli al portatore chiusi nelle cassette di sicurezza, in modo analogo alla voluntary disclosure proposta dal precedente governo Gentiloni che prevedeva una aliquota del 35%.
Milano, 12/06/2019
Cogede
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