Tasse sui giochi: il Fisco vince sempre

In poco più di 2 anni la tassa sui giochi rischia di quadruplicare. Prima del 2017 era del 6% ora rischia di arrivare al 23%

Se fosse successo in qualsiasi altro settore, la rivolta sarebbe dietro l'angolo, ma la tassazione sui ludopatici non fa scalpore. 

Certo è, che raschiare da questo fondo è moralmente discutibile. Una volta che gli italiani si accorgeranno che le vincite saranno tassate al 23% solo chi soffre di ludopatia continuerà a giocare, e il fisco lucrerà su questi soggetti. Inoltre la novità è che la tassazione avverrà anche in presenza di piccole vincite inferiori ai 500 euro. Non è stato ancora fissato il limite minimo per cui la tassazione avrà affetto, ma il mercato dei giochi come Lotto, Supernalotto e Gratta e vinci verrà fortemente penalizzato. Non è da escludere che questo innalzamento della tassazione, dall'attuale 12% al futuro 23% possa addirittura portare a una diminuzione degli incassi complessivi, poiché è lecito aspettarsi una diminuzione della platea che li acquista.

Probabilmente l'equilibrio verrà raggiunto da una tassazione del 12% sulle vincite di importo contenuto e una tassazione del 23% sulle vincite milionarie. I numeri in ballo sono comunque importanti. Ogni anno in Italia si spendono circa 20 miliardi di euro, che generano un flusso di vincite e rigiocate di altri 80 miliardi. Cifre da copogiro. Nonostante questo ancora una volta, sarà il cittadino semplice ad essere penalizzato, persino in un raro momento di vincita.

Cogede

Ti informa

Milano, 14/10/2019