Vivere con la pensione all'estero

HA RAGIONE BENJAMIN FRANKLIN?

"In questo mondo non v’è nulla di sicuro, tranne la morte e le tasse", la pensava così uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti d'America più di 300 anni fa!!

La sua percezione della potenza dell'imposizione fiscale è così attuale.

 

NON TUTTO IL MONDO E' PAESE

Un artigiano o un piccolo imprenditore che ha versato imposte e contributi per un'intera vita lavorativa, non smette di pagare le tasse nemmeno sulla sua pensione; ma forse una via d'uscita esiste: trasferirsi all'estero e godere di un vitalizio più ricco.

È vero: è possibile ma non è banale, né così scontato. Un commercialista fidato potrà aiutarvi su questo argomento.

La normativa italiana non prevede l'esclusione dal pagamento delle imposte sulle pensioni in modo automatico; qualsiasi pensione percepita da un Ente previdenziale italiano è tassata in Italia, anche se il beneficiario è residente all'Estero. Punto.

Non contenta, prevede la tassazione domestica anche delle pensioni pagate da Enti esteri a cittadini esteri residenti in Italia!!

Per fortuna, però, il nostro paese ha firmato alcune Convenzioni internazionali con decine di altri stati che prevedono l'esclusione della DOPPIA tassazione, ovvero prevedono che la pensione sia tassata SOLO nel paese in cui il beneficiario risiede. Quindi una soluzione esiste davvero.

 

TRASFERIRSI DEFINITIVAMENTE O RISIEDERE ABITUALMENTE?

Ecco, la prima cosa interessante è che non occorre abbandonare definitivamente l'Italia per risultare residenti in un altro stato, ma è necessario trascorrevi almeno 183-184 giorni, ovvero la maggior parte dell'anno. Viverci quindi, come abituale domicilio e luogo per le proprie relazioni umane e famigliari.

Qui però, non basta dirlo in giro.

Questo trasferimento va documentato: l'INPS richiede la presentazione della domanda con allegate certificazioni dello Stato estero in cui ci si sposta.

Ogni stato ha certamente modalità diverse di certificare il trasferimento, quindi meglio affidarsi ad un commercialista per fare le cose per bene.

 

QUANTO SONO VANTAGGIOSI I REGIMI FISCALI ESTERI

Anche qui, la risposta varia da paese a paese: possiamo fare alcuni esempi.

I "paradisi fiscali", ad esempio, sono esclusi dalle Convenzioni italiane: trasferirsi lì significa continuare a pagare anche le imposte del nostro paese!

Le Canarie hanno imposizione fiscale molto vantaggiosa (circa 15%) e un'IVA che è un terzo di quella italiana. Il Portogallo promette l'esenzione da ogni tassa per i primi 10 anni di residenza; anche la Bulgaria promette tasse fino ad un massimo del 10%...

In alcuni paesi, poi, è minore anche il costo della vita, dell'affitto di una casa, del carburante e il costo dell'assistenza sanitaria è minore di quello italiano.

 

DA VALUTARE I PRO E I CONTRO

Un paio di precisazioni su quel che accade a tutto quello che si lascia in Italia: imprese, immobili e abitazione principale.

Tutto quello che rimane qui continua ad essere tassato con le regole del nostro paese, con alcune differenze però.

L'abitazione principale, ad esempio, non sarà più considerata "prima casa" del contribuente perchè non ci vive più abitualmente e sarà quindi soggetta a nuove imposte, dirette e anche indirette visto che, se sfitto, diventa un immobile a disposizione che fiscalmente produce un reddito.

 

HA DAVVERO RAGIONE BENKAMIN FRANKLIN?

Non c'è dubbio, alla morte e alle tasse non si scappa!!!

Ragion per cui, è il caso di valutare con attenzione l'opportunità di vivere meglio, più a lungo risparmiando un po' sulle tasse.

Milano, 27/10/2017
Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia